sabato 2 gennaio 2010

Buon 2010

Ehm..in effetti vi avevamo detto che il blog avrebbe chiuso i battenti prima del nuovo anno, ma dal rientro in poi, complici la pigrizia e l’indaffaramento delle festività, non ho avuto modo di mettere in ordine le foto e concludere questo piccolo diario. Così vi scrivo ancora due righe, completandole con i link al corredo fotografico e con gli auguri per un buon anno nuovo.

Missione compiuta! L’Obbijtu Children Village è illuminato e presto i primi ospiti potranno collaudare il lavoro svolto dal nostro team. La popolarità di Mauro in Kenya è cresciuta giorno dopo giorno e il nostro elettricista e amico ora avrà un bel da fare per organizzare i prossimi viaggi, dal nord al sud del paese.


Dall’ultimo aggiornamento del 13 dicembre scorso ci sono successe ancora tante avventure; sul lavoro, con la macchina, con la popolazione, ma allora eravamo totalmente calati nella sorprendente vita locale e tutte le particolarità di inizio viaggio sono diventate via via momenti dell’ordinario e fonte di continua esperienza. Descriverle di corsa le avrebbe private di senso. Per rimediare un po’, ciò che posso fare è invitarvi a visitare il Kenya, considerando anche il suo “versante” nord, a ragione storico tabù nelle guide turistiche, ma immenso bacino di autentica diversità e vita pulsante.

Non c’è stato tempo e modo da Sololo per parlarvi delle persone straordinarie che abbiamo conosciuto o di cui abbiamo sentito parlare tante volte. A partire da Leo, Maria, Jey e Lucia a Kitengela, fino a Giuseppe Zencher con Mama Domenic e il “loro” Rural Training Centre di Nanyuki, senza trascurare Gufu Doku Jaldessa, Enrico (di Robbiate!), Marko Lokuniyo Lorem, Robert Kochalle e Mario Lakin. Sono state diverse le figure che hanno dato spessore alla nostra esperienza, chiarendoci dubbi e regalandoci finestre di racconti dalla propria vita. Per noi rappresenteranno sempre merce preziosa. Uno su tutti, Giuseppe Zencher quando ci ha raccontato del suo periodo a Sololo nel 1964, in tenda. "Allora lì non c’era nulla", ci ha detto Zencher. Beh, per quanto abbiamo constato io e Mauro il mese scorso, c'è da credergli sulla parola. In quell'anno Zencher ha edificato la prima ala dell’attuale ospedale, armando il cemento con il filo spinato recuperato dal fronte di guerra italo-britannico (Etiopia/Kenya), trasportandolo a piedi dalle pendici del monte Abo a Sololo. Chissà se almeno lui aveva le pinze..?

Nel viaggio di ritorno abbiamo fatto tappa a Laisamis, il villaggio dove ho trascorso due anni da bambino. Ho ritrovato i miei amici, non tutti purtroppo. Ho incontrato uomini dignitosi e uomini miserabili, persone di sostanza e persone vuote come un secchio senz’acqua, secondo la stessa cadenza con cui se ne incontrano in ogni dove terrestre. Ci siamo riuniti nel ricordo dei bei tempi trascorsi insieme e, al sorso di un bollentissimo chai fuori dalla capanna di Marko, abbiamo tracciato le basi per una piccola idea imprenditoriale che vorremmo sviluppare nei prossimi mesi.

Nel libro Ebano, il giornalista Ryszard Kapuscinski dipinge così l’Africa: “…un continente troppo grande per poterlo descrivere; un oceano, un pianeta a se stante, un cosmo vario e ricchissimo. E' solo per semplificare e per pura comodità che lo chiamiamo Africa. A parte la sua denominazione geografica, in realtà l'Africa non esiste".

L'Africa non esiste.
Non era intenzione di questo blog capire e descrivere il nord Kenya, ma queste parole di Kapuscinski mi sono piaciute dalla prima volta in cui le ho lette. Suonano come il miglior invito per rivolgersi a questa parte di mondo con occhi curiosi e attenti, lasciando indietro, magari per sempre, il peso di inutili esigenze che all'equatore non avrebbero la forza naturale per metter radici. Forse il noto mal d'Africa è un'invenzione culturale che Kapuscinsky ha cancellato con i suoi reportage che raccontano la vita.

Un ringraziamento particolare allo staff del C.C.M. in Italia e a Nairobi, alla forza giovane di Mondeco Onlus e al “nostro” Mzeé Antonio. A Margot per la logistica culinaria e le dritte antropologiche, a Pino per la tenacia con cui da sempre pruomuove la nascita di progetti, coltiva le proprie convinzioni, idee e sogni; è stato un piacere rafforzarne gli aspetti pratici, supportati anche dai segni tangibili che abbiamo incontrato a Laisamis o ascoltato nei racconti dei più poveri. Ancora grazie agli amici e agli sponsor citati nel blog, siete stati di fondamentale importanza per l'installazione dell'impianto all'Obbjtu Children Village e ci avete tenuto una piacevole compagnia con i vostri commenti.

Grazie per averci seguiti! So che siete tutti ricchissimi e che, come chi scrive, avete tutti quanti grandi problemi nello spendere i vostri risparmi. Investiteli in un viaggio a Sololo oppure, se vi abbiamo convinti, continuate a sostenere l’Obbjtu Children Village nello spirito e nei fatti! Come? Tutte le info su www.sololo.it, oppure scrivetemi una mail a bandre039@gmail.com.

Qui le foto del viaggio*:
http://picasaweb.google.it/andreabollini/SOLOLO200902#

Qui come nascono i bracciali Borana:
http://tiny.cc/iLRIN
Nota: se siete interessati a un bracciale, contattatemi. I proventi andranno in parte al fabbro e in parte all'Obbjtu Children Village -


Qui il blog di Cri (mia sorella) e del suo viaggio a Sololo nel mese di gennaio 2010: http://cristinabollini.blogspot.com/


*mi hanno fatto la macchina fotografica e ho perso una sd card da 2 gb con circa ½ viaggio dentro : ( fortuna per voi, altrimenti vi sareste dovuti sorbire più di mille immaginette

ah! su sololo.it trovate anche i video-tutorial con Mauro che presenta l'impianto, buona visione.

Buon anno nuovo!

Andrea e Mauro